L’allarme: “Le città sono terremo della criminalità ed i cittadini ne sono diventati ostaggio”
“Il prossimo Ministro dell’Interno sia un poliziotto di strada” – è quanto chiede in una nota il sindacato Polizia Nuova Forza Democratica.
Per la sigla sindacale “negli ultimi tempi la gestione dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica è stata affidata a nomi altisonanti, a persone con esperienze strabilianti e immaginifiche, addirittura anche a chi della sicurezza ne dovrebbe, e si ripete ne dovrebbe, avere ampia conoscenza sulla carta, visti gli infiniti e prestigiosissimi incarichi, per i quali dovrebbe avere ampissima preparazione. Tutto questo, ad oggi, non è. Le città sono terreno della criminalità ed i cittadini ne sono diventati ostaggio”.
Secondo quanto si evince nella nota diffusa dal sindacato di categoria: “La criminalità dilaga, le strade sono senza controllo e le Forze di Polizia sono troppe e male coordinate con un dispendio multi miliardario di risorse. Miliardi che potrebbero garantire nuove assunzioni, nuove dotazioni, più volanti per strada e più sicurezza per il cittadino che ancora grida chiedendo sicurezza”.
Da qui la proposta, a tratti anche provocatoria che il prossimo inquilino del Viminale: “Sia scelto dalle file dei Poliziotti che vivono e lavorano per strada, quelli delle qualifiche basse che ben conoscono il dovere svolgere il servizio sapendo di essere abbandonati a se stessi senza regole di ingaggio, anzi meglio definirle protocolli operativi per non far venire un colpo a qualcuno che potrebbe allarmarsi, farsi prendere dal panico e sentirsi male dalla sua alta e comoda scrivania. Quei poliziotti a cui, dal 1° aprile 1989, non viene nemmeno riconosciuta e corrisposta economicamente l’avere la responsabilità di comandare o una volante, una squadra o dirigere un Ufficio anche se temporaneamente, diversamente dalle altre forze di polizia” – si legge nella nota.