Nessun problema a tornare al voto. Cosi’ Alessandro Caramiello neo consigliere comunale M5S a Portici, all’opposizione, eletto per la seconda consiliatura, esordisce sulla crisi di Governo. Lo abbiamo intervistato mentre a Roma sono ore di fibrillazione, in attesa delle comunicazioni del premier Mario Draghi mercoledi’ alle Camere.
Conte ha detto “chiarezza sui nostri punti o M5S fuori da Governo”. Cosa ne pensa?
Posizione giusta e corretta da parte del nostro presidente Conte. Se non possiamo incidere politicamente all’interno dell’esecutivo è inutile restarci. Siamo entrati nel Governo Draghi per fare passi avanti verso la transizione ecologica e non passi indietro verso gli inceneritori. I nove punti sono chiari e hanno il principale obiettivo di aiutare le imprese e le famiglie. Salario minimo, superbonus 100%, miglioramento del reddito di cittadinanza, rateizzazione delle cartelle esattoriali solo per citare alcuni punti. Inoltre la lotta all’evasione con il cashback fiscale, puntare fortemente alle fonti rinnovabili e no a nuove trivellazioni. Se c’è convergenza e unità d’intenti si continua altrimenti siamo pronti anche ad uscire dall’esecutivo e ove mai ci fosse un Draghi bis, valutare atto per atto. In extrema ratio ci sono le urne e non avremmo alcun problema a ritornare al voto.
Nodo crisi. A rischio la legge per la concorrenza, il completamento delle riforme della giustizia civile e penale e tributaria, oltre alle misure su scuola e transizione green.
Il nodo resta sempre lo stesso. In assenza di chiarezza e di unità d’intenti come i provvedimenti da lei menzionati è inutile continuare a sostenere un Governo se non trova più una sua coesione. Ad esempio il Disegno di legge concorrenza deve essere approvato entro il 31 dicembre ma è arrivato in prima lettura al Senato dopo mesi e mesi di estenuanti confronti. Parimenti per tutto il resto. Ci vuole un Governo solido e unito che corra invece di camminare. Le forze politiche devono condividere una visione e una idea di Nazione. Il faro del Movimento 5 Stelle è proprio la transizione green, ma siamo sicuri che oggi tutte le forze politiche che lo compongono siano proiettati in questa direzione? Credo che qualche nuova compagine politica stia pensando più a salvare le proprie poltrone, rinnegando tutto quello fatto in questi anni, che guardare al futuro delle prossime generazioni.
In queste ore sindaci e imprese lanciano appelli a Draghi affinche’ vada avanti.
Capisco e comprendo le preoccupazioni dei sindaci ma si può andare avanti con un Governo di unità nazionale solo se tutte le parti sono concordi su temi, programmi e progetti chiari e condivisi. La differenza di vedute potrebbe essere un arricchimento se si arriva ad una sintesi che successivamente potrebbe avere ricadute sui territori e sulle comunità al di là delle bandiere politiche. In assenza di condivisione c’è il caos.